Stegosauro o Stegosaurus Dinosauro erbivoro

Lo Stegosauro, noto anche con il nome scientifico di Stegosaurus, rappresentava il più imponente dei dinosauri facenti parte della famiglia degli Stegosauri, ovvero Stegosauridae. La caratteristica più evidente di questa specie è data dalla corazza che ricopre il loro corpo ed è proprio per questo che gli è stato assegnato il soprannome di dinosauro corazzato. La sua vita sulla terra si svolse 150 milioni di anni fa, tra il Giurassico e il Cretaceo.

Il nome Stegosaurus, deriva dal greco e significa Lucertola con la cresta che può anche essere tradotto come Rettile con il tetto. Tali definizioni sono dovute alle placche ossee presenti sul dorso dell’animale preistorico e sono il motivo per cui questo dinosauro con la cresta ha ottenuto una grande popolarità ed è inoltre semplice da distinguere tra gli altri dinosauri.

Stegosauro Caratteristiche morfologiche.

I ricercatori hanno analizzato con attenzione i reperti fossili appartenenti allo Stegosaurus scoprendo molte caratteristiche fisiche che caratterizzano la Lucertola con la cresta. Particolarmente utile a questo scopo è stato il ritrovamento di uno scheletro quasi totalmente completo di questo dinosauro.

La testa non era molto grande, il cranio misurava solo 40 centimetri e il cervello aveva la grandezza di una noce. Per quanto fosse ridotta, la massa cerebrale dello Stegosauro era comunque più sviluppata di altri dinosauri tra cui i Sauropodi come il Brontosauro. Lo Stegosauro aveva un corpo tozzo e l’agilità non era certo uno dei suoi pregi, si muoveva lentamente e in modo goffo.

Lo Stegosaurus aveva dimensioni notevoli, potevano raggiungere i 9 metri di lunghezza dalla punta del muso alla fine della coda. Il peso arrivava ad un massimo di 3 tonnellate, la sua stazza poteva variare a seconda della tipologia di specie a cui apparteneva l’esemplare.

Dotato di quatto zampe, il dinosauro si muoveva camminando con la testa bassa parallela al terreno, i paleontologi pensano che non potessero sollevarsi in piedi appoggiandosi sulle zampe posteriori. La lunghezza delle zampe anteriori corrispondeva quasi alla metà di quelle posteriori e quindi sarebbe stato molto difficile effettuare quest’operazione.

Le sue caratteristiche fisiche con il corpo molto sbilanciato e basso nella parte anteriore con la testa preticamente raso terra, rendeva difficile per lo Stegosauro sfuggire ai predatori carnivori come l’Allosauro, un dinosauro bipede dotato di grossi artigli.


La loro maggiore difesa era la corazza che però, ricopriva solamente la parte superiore del corpo lasciando esposta la parte inferiore che il dinosauro cercava di non scoprire mai in quanto rappresentava il suo punto debole.

La funzione delle placche dello Stegosauro

Ci sono diverse teorie sulle funzioni delle placche ossee dello Stegosaurus, in particolare sono 3 i pensieri principali dei paleontologi. Queste strutture erano con molta probabilità attaccate alla pelle del dinosauro ed erano agganciate tutte in modo differente a seconda della posizione lungo la spina dorsale e della specie (Stegosauro ungulato, Stegosauro stenotopo, etc.)

1. Corazza per difendere il corpo

Secondo alcuni ricercatori la funzione delle placche ossee a forma di rombo servivano per proteggere il corpo dello Stegosauro, una vera e propria corazza. Posizionate lungo il dorso a due a due, formavano una cresta rigida e resistente che partiva dal collo del dinosauro ed arrivavano fino alla coda.

Le placche potevano essere posizionate parallelamente in coppia oppure sfalsate per non lasciare nessuno spazio libero per gli artigli degli antagonisti. Non tutti sono d’accordo con questa idea, questo perché alcuni ritrovamenti hanno dimostrato che le placche erano molto fragili e quindi non fornivano alcuna protezione. La loro misura era molto grande rispetto alla corporatura dello Stegosaurus e questo poteva essere utile per dare l’impressione che fosse più grande facendo retrocedere gli eventuali nemici, ma poteva essere anche uno svantaggio in quanto li rendeva facilmente visibili dai predatori.

2. Raffreddamento corporeo

I fossili dello Stegosauro hanno evidenziato un’elevata vascolarizzazione dei tessuti che ricoprono le placche ossee. Questo fa supporre che fossero attraversate da aria nella parte esterna mentre l’area sottocutanea era attraversata da canali venosi. Si trattava di un perfetto sistema di termoregolazione per mantenere la corretta temperatura del corpo.

3. Comunicazione tra Stegosauri

Le teorie più recenti si è giunti ala conclusione che gli uccelli possano derivare da alcune specie di dinosauri. Se questa supposizione fosse vera si può facilmente immaginare come alcuni comportamenti rituali che sono tipici dei volatili, possono essere stati tramandati dai dinosauri. Quindi gli Stegosauri probabilmente utilizzavano le placche ossee come il pavone di oggi utilizza le sue piume, per attirare l’attenzione delle femmine oppure per definire la proprietà di un territorio.

La coda dello Stegosauro, un arma letale

Lo Stegosaurus aveva la necessità di proteggersi dai predatori carnivori come l’Allosaurus e il Ceratosaurus che hanno abitato la terra nello stesso periodo. L’arma utilizzata dal dinosauro per difendersi da questi feroci animali preistorici, era la potente coda che aveva sui lati ben quattro aculei lunghi circa 1 metro l’uno. La coda veniva sferrata contro il nemico con una grande potenza trasformandosi in un’arma micidiale sia per la difesa che per l’attacco.

L’alimentazione dello Stegosauro

Lo Stegosaurus era un animale pacifico che si nutriva di vegetali, in particolare di cespugli, erba, foglie e tutto ciò che poteva trovare a terra data la sua conformazione fisica.

Anche se sull’alimentazione dello Stegosauro ancora non c’è alcuna certezza e la conformazione mascellare oltre alla forma dei denti, sono molto diverse dai dinosauri erbivori dell’epoca oltre a non essere molto adatti alla masticazione.

Le mascelle non erano molto forti e nella bocca vi erano denti solamente nell’area posteriore. Si presume quindi che lo Stegosaurus non mangiasse l’erba come la intendiamo attualmente, questo perché in quel periodo non esisteva. Molto probabile invece, che il dinosauro si nutrisse di felci o vegetazione a cespugli bassi, foglie ma anche piccoli rametti oppure piante dal fusto tenero e non troppo fibrose. Per tranciare i vegetali di cui si nutriva, lo Stegosauro utilizzava una sorta di becco che era posizionato sul muso e ricorda quello dei pappagalli.

La scoperta dei fossili di Stegosauro

I fossili di Stegosaurus, la Lucertola con la cresta, sono stati ritrovati in diverse parti del mondo tra cui l’Europa, l’America del Nord, l’Africa e l’Asia. I primi reperti furono scoperti in Colorado, USA, a trovarli fu M.P. Felch nel 1876 a classificarli fu però Othniel Marsh l’anno successivo. Il paleontologo riusci a ricostruire il dinosauro e a classificarlo dandogli il nome che tutti conosciamo.

In America del Nord, subito dopo i combattimenti catastrofici contro gli indiani, vennero analizzate le pianure ricche di rocce perfette per cercare fossili. Infatti in quest’area sono stati ritrovati molti reperti che hanno permesso di conoscere meglio lo Stegosauro.

Gli indiani erano già venuti a conoscenza di tali reperti e chiamavano gli Stegosauri “Cavallo della tempesta”, che loro credevano saltasse tra le nuvole creando i tuoni. La struttura scheletrica più completa venne ritrovato in Colorado da tre ricercatori: Bryan Small, Kenneth Carpenter e Tim Seeber verso la fine del 1900. A questo importante reperto fu dato un soprannome, fu quindi chiamato Spike.

Lo Stegosauro nella cultura di massa

Questo dinosauro è indubbiamente uno dei più noti al grande pubblico. Molto spesso viene utilizzato per realizzare film, documentari, cartoni animati e fumetti oltre ad essere sempre presente tra i giocattoli che rappresentano il mondo dei dinosauri.

Inoltre, in Colorado nell’anno 1982, lo Stegosaurus venne nominato Dinosauro dello Stato. I primi reperti erano incompleti e frammentari questo ha ritardato molto la ricostruzione e la classificazione che si è potuta ottenere in seguito grazie a nuove scoperte di scheletri più completi. Un dinosauro molto amato dai bambini.