Il dinosauro Sauroposeidon deve il suo nome al dio greco Poseidone e significa Lucertola dio dei terremoti. Si tratta quindi di un animale preistorico possente con una corporatura davvero imponente. Naturalmente è una specie estinta che apparteneva alla famiglia dei sauropodi vissuti durante il Cretaceo inferiore, ovvero 110 milioni di anni fa. In quel periodo sono vissuti molti esemplari di Sauroposeidon, giganti buoni che si nutrivano di piante e che popolano oggi tutti i film, cartoni animati, libri e giochi.
Indice Contenuto
Come era fatto il Sauroposeidon?
Il periodo tra Aptiano e Albiano durante il Cretaceo è caratterizzato da una forte presenza di dinosauri Sauroposeidon, i ricercatori hanno potuto trovare molte testimonianze del loro passaggio sulla Terra soprattutto nei territori occupati oggi dall’Oklahoma, il Wyoming e il Texas, negli USA. I ritrovamenti fossili e reperti ossei sono stati indicati come appartenenti al Mesozoico, periodo in cui la biodiversità dei sauropodi del Nord America aveva già subito una diminuzione.
Il dinosauro Sauroposeidon fu l’ultimo dei sauropodi dell’America del Nord che vissero sul continente per un periodo molto lungo, pari a circa 40 milioni di anni. Alla conclusione di questo termine comparve sul pianeta l’Alamosaurus che visse nel periodo noto come Maastrichtiano.
Come è stato scoperto il dinosauro Sauroposeidon?
I reperti fossili appartenenti al Sauroposeidon sono stati rinvenuti nell’area a sud est di Atoka County in Okhlaoma. I primi ritrovamenti sono stati classificati come Sauroposeidon, si trattava di quattro vertebre cercivali che furono estratte in una zona rurale del territorio che conosciamo oggi come Oklahoma. Le ossa erano situate nelle vicinanze del confine con il Texas conservate grazie alla presenza di materiale calcareo risalente al Cretaceo, ovvero a 110 milioni di anni fa.
I reperti sono stati recuperati dalla Formazione Antlers da Bobby Cross, addestratore cinofilo che ha notato i fossili e li ha segnalati. Fu il dottor Richard Cifelli ad analizzare con attenzione i resti di dinosauro e un team che operava presso il Museo di Storia Naturale nella zona nell’agosto del 1994. In un primo tempo i fossili risultarono eccessivamente grandi secondo gli scienziati, per poter essere una parte di animale, quindi furono considerati parti del tronco di un albero fossilizzate.
Si trattava delle ossa di dinosauro più lunghe mai ritrovare. La conservazione delle vertebre fu comunque tale da permettere, qualche anno dopo, lo studio dei reperti da parte di uno studente laureato a cui il dottor Cifelli li consegnò. L’uomo si chiamava Matt Wedel e aveva il compito di analizzarle per un progetto di studio. Solamente in quel momento i due scienziati si accorsero che quei fossili erano molto più importanti di quello che credevano e comunicarono alla stampa la nuova incredibile scoperta.
Il dinosauro venne classificato come Sauropseidon proteles e si tratta dell’olotipo che viene preso in considerazione per qualsiasi altro confronto della specie. Il nome piuttosto curioso che significa lucertola dio del terremoto è dovuto all’associazione con il dio greco Poseidone che veniva collegato al terremoto in quanto ritenuto in grado di scuotere la terra. Il dinosauro in questione faceva vibrare il terreno quando camminava e il rumore dei suoi passi pesanti si sentivano a lunga distanza, per questo motivo gli è stato assegnato tale nome.
Tutti i ritrovamenti ossei di sauropode scoperti scavando sul sito in cui era stata ritrovata la prima vertebra sono stati classificati come appartenenti alla stessa specie di sauropode. Inoltre si sono potuti estrarre nello stesso luogo, alcuni piccoli tronchi pietrificati e quindi conservati per tutto quel tempo in maniera pressoché perfetta.
Il sito dei ritrovamenti ha origine fluviale visti i sedimenti di rocce, la sabbia e i fanghi che hanno permesso di conservare i fossili in una formazione di calcite arenaria. In seguito agli scavi e alla preparazione dei fossili recuperati dal territorio, fu dato un nuovo nome alla specie di sauropode che venne ribattezzato Paluxysaurus jonesi anche se in seguito, gli scienziati, stabilirono che si trattava di un’unica specie ovvero i Sauroposeidon.
Dove viveva il Sauroposeidon?
L’habitat dello Sauroposeidon era formato da grandi foreste composte da conifere e ampi laghi, un territorio ricco di vegetazione che oggi si può paragonare alla Louisiana. Il dinosauro sauropide è stata una grande scoperta che ha colto tutti di sorpresa per le enormi dimensioni dell’animale preistorico. Si trattava di un gigante che poteva raggiungere i 15 metri di altezza e un peso di 10-15 tonnellate.
Il corso fluviale che si presume dovessero esistere milioni di anni fa nel luogo del ritrovamento, si stima con una larghezza pari a quella del Missisipi. Il sauroposeidon camminava lungo le sue rive mangiando foglie sugli alberi che in quel periodo erano tanti e molto rigogliosi.
Si trattava di una grande pianura alluvionale che si andava a scaricare nel mare interno al territorio che non era molto profondo. Qualche milione di anno più tardi, le acque marine si estese gradualmente fino a trasformarsi nel Mare interno occidentale che divise il Nord America in due parti.
Foreste tropicali e sub tropicali erano l’ambiente in cui il Sauroposeidon viveva tra fiumi, paludi, lagune. Non c’erano molti predatori in queste zone che potessero infastidire l’imponente dinosauro dal collo lungo una volta adulto, ma era diverso per i cuccioli. Questi infatti subivano gli attacchi dei predatori che cercano proprio esemplari giovani, indifesi e di dimensioni ridotte.
Il Sauroposeidon nella cultura di massa
Nonostante la sua imponenza non è divenuto molto famoso il Sauroposeindon che è sempre stato oscurato da altri tipi di dinosauri della famiglia dei sauropodi come, ad esempio, il Brachiosauro. La prima volta che si vede il Sauroposeidon in tv è all’interno del documentario Jurassic War in cui viene descritto in maniera esagerata e scorretta, come il più grande animale che abbia mai vissuto sulla Terra.
In un episodio del documentario si parla della specie facendo presente che potrebbe essere reale l’idea che si tratti di un dinosauro con due cervelli, uno nel cranio e uno nell’area delle anche per poter gestire in modo adeguato il movimento.
Si tratta di un’ipotesi che venne proposta per gli Stegosauri e poi ritenuta obsoleta e non applicabile da diverso tempo. Wedel, il paleontologo che si occupava della scoperta, a rivelare in un’intervista che l’ipotesi dei dure cervelli non era da prendere sul serio.