Paleozoico o era Primaria da 400 a 230 milioni di anni fa.

L’Era Paleozoica, detta anche comunemente Era Primaria, prende il nome da un termine greco che significa “era della via antica”. Si tratta della prima era dell’eone Fanerozoico oltre ad essere la più lunga in quanto riguarda un periodo compreso tra i 541 e i 252 milioni di anni fa.
Il passaggio tra Proterozoico, partendo dalla fine del Precambriano, al Paleozoico rappresentò per la terra un periodo di mutazioni importanti che si possono racchiudere in un arco temporale di 300 milioni di anni circa.

Era primaria (paleozoica): da 400 a 230 milioni di anni fa;

Suddivisione dell’Era Paleozoica in periodi geologici

L’Era Primaria viene divisa in 6 principali periodi geologici che iniziano con il Cambriano, di cui si evidenzia l’esplosione Cambriana; l’Ordoviciano, ovvero il periodo geologico meno conosciuto in cui avviene la prima estinzione di massa della vita terrestre; il Siluriano, durante il quale ha inizio la vita sulla terraferma; il Devoniano, noto anche come era dei pesci; il Carbonifero ovvero l’età delle piante e infine il Permiano in cui la terra è stata dominata completamente dai rettili e si è concluso con un fenomeno di grande estinzione delle specie acquatiche. I confini temporali tra i vari periodi geologici non sono ben definiti e devono essere sempre considerati con variazioni di centinaia di migliaia di anni e talvolta anche di più.

Morfologia del pianeta terra nell’Era Paleozoica o Primaria

L’Era Paleozoica o primaria rappresenta l’era dei super continenti. Il primo grande continente che si formò sulla terra gu il Rodinia, questo si suddivise in diverse parti che si dispersero andando alla deriva sulle superfici terrestri. L’evento geologico fu l’inizio dell’era Paleozoica.

Gli eventi tettonici che seguirono si prolungarono per tutta la durata dell’Era geologica paleozoica, vi furono cambiamenti negli oceani che provocarono grandi oscillazioni del livello dei mari e degli oceani. Tale mutazione determinò le fratture e le fusioni della terra emersa che andava alla deriva sulle acque preistoriche generando il meccanismo di orogenesi che ha contribuito alla formazione del pianeta come la vediamo oggi.

Rodinia non fu quindi, l’unico super continente esistito in questa specifica era arcaica, in effetti se ne formarono 6 di grandi masse continentali in diversi periodi dell’Era Paleozoica. Ognuno di questi fu costituito da differenti parti dei continenti che si possono osservare attualmente.

Il periodo Cambriano vide la formazione di un ulteriore super continente nell’Era Primaria, questo prese il nome di Gondwana e si divise successivamente in tre parti. Le nuove formazioni subirono fenomeni di orogenesi caledoniana che si verificarono tra la fine dell’Ordoviciano e l’inizio del Devoniano.

Questi cambiamenti terrestri si dimostrarono fondamentali per la definizione del Continente Euramerica noto anche con il nome di Laurassia. La fine dell’Era Paleozoica, riguardante il periodo Permiano, vede la formazione della Pangea, grande continente composto da terre emerse.

Esplosione Cambriana e inizio dell’Era Primaria

Dal punto di vista biologico, il passaggio tra Precambriano e Paleozoico viene segnato dall’evoluzione fondamentale delle specie. Non vi sono più solamente batteri, piante acquatiche e spugne ma compaiono forme di vita molto differenti tra loro. La terra si popola di invertebrati tra cui si distinguono diversi gruppi che comprendono gli antropodi, a cui appartengono i Trilobiti.

In questo periodo fanno la loro prima comparsa sul suolo terrestre anche i primi animali vertebrati, i pesci anch’essi vertebrati, i rettili e i primi insetti. L’Era Primaria è quindi definibile come l’età terrestre in cui si pongono le basi dell’evoluzione che porterà alla nascita dei dinosauri e dei mammiferi. Anche la flora è in totale evoluzione e adattamento ai mutamenti del pianeta.

Gli invertebrati marini corazzati, artropodi

Il termine artropode deriva dal greco e si traduce con la definizione piede articolato. Si parla quindi di un genere di invertebrati con origini acquatiche che sono caratterizzati dalla presenza di una struttura scheletrica e una corazza esterna che protegge il corpo, vi sono inoltre delle appendici che somigliano a delle zampe.

A questa categoria appartengono animali invertebrati che sono comparsi sulla terra durante l’Era Paleozoica come ragni, millepiedi, scarafaggi, scorpioni, gamberi, insetti ed altre specie. Tra queste ve n’è una in particolare che diviene fondamentale per questo periodo tanto da dargli un nuovo nome: Età dei Trilobiti.

Accanto alle preistoriche alghe e licheni, compaiono piante mai viste prima mentre la fola marina trova un posto sul suolo terrestre trasformandosi da piante vascolari primitive a conifere nel periodo finale dell’Era Paleozoica.

Tali mutazioni avvengono durante l’esplosione Cambriana che prende nome dal momento in cui avvengono questi travolgenti cambiamenti del pianeta e di tutte le specie viventi che lo abitano. Un’età evolutiva esplosiva che porta la vita marina sulle terre ferme iniziando la colonizzazione.

I trilobiti

Tra le specie apparse durante l’esplosione Cambriana vi furono i celenterati, ovvero cavi all’interno. Tra questi oggi conosciamo i polpi, le meduse, animali il cui nome deriva dalla forma cava del loro organismo che è rappresentata dal sistema gastrovascolare. Vi sono poi altre specie animali con diverse caratteristiche fisiche.

Gli echinodermi sono animali che abitano esclusivamente le acque marine caratterizzate da un dermascheletro formato da piastrine calcaree. In alcuni esemplari vi sono aculei, particolare da cui deriva il nome che significa appunto, pelle con aculei.

Gli ostracodi che sono tutt’ora presenti sulla terra sotto forma di piccoli animali di lunghezza non superiore ai 22 millimetri e che presentano un corpo protetto da un carapace costituito da un guscio che ricorda quello dei molluschi.

Molto diffusi erano i gigli marini e le stelle marine che ora non sono più visibili, mentre le spugne le possiamo trovare anche ora tra gli abitanti dei diversi mari tropicali.

Nell’Era Paleozoica vi fu però una particolare crescita di artropodi, piedi articolati, animali che i ricercatori hanno collegato alle specie degli anellidi marini vissuti nel Precambriano. Questi rappresentarono i primi animali che costruirono intorno al loro corpo molle un esoscheletro composto da chitina e da elementi calcarei.

Attualmente vi sono oltre 4 milioni di specie viventi e di questi solamente un milione e mezzo non sono stati ancora analizzati e classificati. Molti di questi assomigliavano ai crostacei e presentavano occhi posizionati nella parte superiore della testa. Altre tipologie invece, non avevano la capacità motoria oppure erano rinchiusi all’interno di conchiglie.

I Calimenidi invece, erano costituiti da un corpo in grado di arrotolarsi su se stesso per proteggersi da eventuali attacchi di predatori. Tra gli Artropodi, i Trilobiti furono i primi ad essere in grado di munirsi di esoscheletro rigido e consistente, questo segno un grande cambiamento nella specie che si tramando per quelle successive.

I Trilobiti si sono poi totalmente estinti ma vi sono importanti testimonianze date dai reperti fossili ritrovati nel tempo e che hanno dato modo ai geologi e paleontologi di osservare l’evoluzione della specie nei vari passaggi epocali.

L’estinzione Permiana e il termine del Paleozoico

L’esplosione Cambriana diede il via ad un passaggio epocale tra Precambriano e Paleozoico caratterizzato dall’evoluzione delle specie e da due glaciazioni ma fu un altro importante avvenimento a indicare la fine di quest’era geologica. Fu proprio in questo periodo infatti, che avvenne la più grande estinzione di massa mai vista sul globo terrestre.

L’estinzione Permiana segnò quindi il passaggio dal Permiano, che rappresenta l’ultima parte del Paleozoico, al Triassico ovvero la prima parte del Mesozoico. Tale evento biologico fu una vera catastrofe naturale che vide la scomparsa di oltre il 95% di tutte le specie acquatiche marine vissute in questo periodo geologico.

Furono necessarie diverse decine di milioni di anni per portare la terra ad avere una diversità di flora e fauna pari a quella esistente nell’Era Primaria. Un processo evolutivo lento che diede i suoi risultati.