Il dinosauro volante Eudimorphodon fa parte degli pterosauri, una tipologia di rettile con le ali abbastanza diffusa durante il Triassico. La dicitura dinosauro non è corretta trattandosi di un animale classificato come rettile ma nella consuetudine si utilizza lo stesso termine per gli animali vissuti durante il Triassico insieme alle diverse specie di dinosauri.
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Come era fatto il rettile volante l’Eudimorphodon?
Questo particolare animale preistorico vissuto 210 milioni di anni fa, era un piccolo rettile volante apparteneva alla specie Eudimorphon ranzii un rettile volante di piccole dimensioni. L’apertura alare era si soli 80 centimetri quindi meno di un metro da punta a punta delle ali aperte. Erano presenti delle mani sulle ali con le quali probabilmente afferrava le prede o si aggrappava ad appigli su alberi o arbusti.
L’Eudimorphodon aveva una lunga coda ossuta e stretta come quella dei ratti ma alla fine si allargava con una conformazione a diamante formata da sola pelle. È molto probabile che questa avesse una funzione di timone e aiutasse il dinosauro volante a scegliere la direzione in cui volare.
La testa era a forma di triangolo e presentava sulla punta del muso un becco al cui interno vi erano denti appuntiti che fuoriuscivano incrociandosi gli uni con gli altri tanto erano lunghi. L’Eurimorphodon aveva ben 114 denti con 1, 2 ma anche 3 punte, questo fa capire che si trattava di un animale carnivoro che si nutriva cacciando insetti, pesci e piccoli invertebrati come i vermi.
La dentatura era suddivisa per ogni arcata in questo modo, in quella superiore si trovavano 56 denti mentre in quella inferiore se ne contavano 58. Non erano tutti uguali infatti quelli situati nella parte anteriore erano lunghi e con una punta molto acuta mentre quelli posteriori erano a cuspidi. Si pensa che i cuccioli avessero già dei denti tipo quelli da latte che erano utili a catturare gli insetti.
Cosa mangiava il dinosauro volante Eudimorphodon?
Nel suo stomaco sono state ritrovate delle squame di pesce, il che conferma che fosse un animale carnivoro ma anche perscivoro e probabilmente le mani anteriori le utilizzava durante la pesta per afferrare i pesci che nuotavano a fil d’acqua. Con le zampe e gli artigli li agganciavano estraendoli dall’acqua e li portavano in un luogo appartato e sicuro dove mangiarli.
Non si esclude però che questo particolare dinosauro volante non sapesse tuffarsi in acqua per catturare la sua preda. Ad esempio come fa la Sula che si immerge completamente in acqua per pescare i suoi pasti.
La sua lunghezza dalla punta del becco fino alla punta della coda era di 70 centimetri e bisogna dire che la coda era lunga quasi come il corpo quindi davvero molto piccolo se non si conta la coda. Le ali abbastanza ampie in proporzione al corpo, venivano sostenute dal quarto dito della zampa anteriore che era alquanto sviluppato, e da braccio lungo e forte.
La potenza delle ali era molta visto che gli consentiva di risollevarsi in volo dopo i tuffi in immersione nelle acque preistoriche, i muscoli erano forti e ben sviluppati e la vista ottima in quanto avvistava le prede anche a grande distanza. Si tratta di un rettile volante con una capacità di volo perfetta, la cassa toracica era ampia e con fasce muscolari collegate allo sterno carenato.
Una grande macchina studiata per il volo, questo era il dinosauro volante Eurdimorphodon, un rettile volante che solcava i cieli del triassico a caccia di prede. L’Eudimorphon si tuffava nelle acque preistoriche con agguati ai pesci che vi nuotavano ignari del predatore dei cieli che stava per catturarli e trasformarli in pranzo.
Come è stato scoperto il dinosauro volante E. ranzii?
I reperti fossili del rettile alato furono scoperti nel 1973 a Cene nella formazione rocciosa di Calcare di Zorzino che si trova nei dintorni di Bergamo. Si tratta di rocce stratificate con uno spessore differente tra i diversi strati che variano da formazioni di carbone ad argilla solidificata.
In questo luogo sono stati conservati i resti fossili di Eurimorphodon ranzii, mentre altre scoperte appartenenti alla specie definita rosenfeldi che furono estratte a Dolomia di Forni nelle vicinanze di Udine. Ulteriori scoperte sono state effettuate in terre più lontane come l’Austria e la Danimarca questo significa che si tratta di una specie molto diffusa in varie parti del mondo e soprattutto nelle aree che conosciamo oggi come Europa.
La storia dell’Eudimorphodon ranzii
L’Eudimorphodon ranzii è il primo pterosauro vissuto nel Triassico ad essere ritrovato sotto forma di fossile. La sua scoperta risale ai primi del 1970 ed è stato ritrovato nei pressi di Bergamo all’interno di una lastra calcarea di Zorzino. In quella zona stavano lavorando due ricercatori che operano presso il Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo.
Proprio in quel museo si possono vedere i reperti estratti dalla roccia e ricostruiti in maniera artistica per dare vita al dinosauro volante. Il becco dell’Eudimorphodon è stato riprodotto con tonalità che vanno dal giallo al rosso in onore della città e dei colori dello stemma che la rappresenta.
Un esemplare giovane di questo rettile alato preistorico è stato rinvenuto in Valle Imagna e regalato al Museo di Scienze Naturali di Bergamo dove viene conservato ed esposto al pubblico. Si tratta di una scoperta importante in quanto si tratta dei fossili di membrane alari più antiche del mondo.