Ere Geologiche
Ere geologiche, periodi geologici, ere preistoriche, vengono definite dalle caratteristiche che i ricercatori studiano osservando i vari strati di roccia che si sono accumulati nel corso dei secoli e portano con se la storia del nostro pianeta. Una sorta di racconto a puntate della vita geologica del pianeta e di tutte le specie animali e vegetali che si sono alternate sul pianeta adattandosi o estinguendosi mentre la composizione del suolo terrestre cambiava e si rinnovava di era in era.
La storia del pianeta Terra suddiviso in Ere Geologiche
Le rocce presenti sulla Terra sono considerate un vero e proprio archivio di informazioni grazie alle quali si può compiere un viaggio nel tempo geologico, ovvero attraverso gli eventi più lontani vissuti dal nostro pianeta. Il percorso a ritroso viene segnato da eoni, ere e periodi e diviene una macchina del tempo che può viaggiare attraverso le varie tappe che hanno influenzato la storia del pianeta.
I tempi geologici, ovvero la scala cronostratigrafica, mette in ordine cronologico gli eventi geologici analizzando tutti i minimi dettagli. Ogni periodo presenta caratteristiche che distinguono i diversi cambiamenti tra cui spesso si identificano estinzioni di massa o diffusione di nuove specie viventi.
Nei diversi strati di rocce che appartengono alla stessa era si trovano particolarità identiche che possono essere le tracce di fossili, diverse condizioni dell’idrosfera e dell’atmosfera esistenti in quel periodo. Tramite lo studio della cronologia della Terra oltre alla stratigrafia delle formazioni rocciose e del loro contenuto fossilifero si può risalire alla storia evolutiva della Terra.
Il Precambriano
Il periodo Precambriano rappresenta l’intervallo di tempo che precede l’Era Paleozoica. Il suo inizio avvenne oltre 4 miliardi di anni fa quando si formò il pianeta Terra e raggiunse la fase in cui si diffuse la vita sulle terre emerse in diverse forme e specie. Questo periodo di tempo viene suddiviso in tre lunghi Eoni tra cui l’Adeano, l’Archeozoico e il Proterozoico.
L'Adeano
Si tratta dell’eone più antico ed è caratterizzato da un primo strato di crosta terrestre solido, di un’atmosfera primitiva e di un’idrosfera diffusa. Per 200 milioni di anni ci fu l’aggregamento di piccole parti terrestri; 4,4 miliardi di anni fa il pianeta Terra prese le dimensioni attuali e fu proprio allora che iniziò a crearsi una crosta terrestre sottile.
Di questo strato primordiale si è persa ogni traccia e che si pensa sia simile a quella che si può osservare oggi sugli altopiani presenti sulla superficie lunare. Durante quel periodo veniva rilasciato gas nell’atmosfera proveniente dal mantello terrestre in materiale prevalentemente fuso, questo fece sì che si venne a creare un’atmosfera estremamente diversa da quella presente oggi sulla Terra.
La composizione dell’aria in quell’epoca era anidride carbonica, vapore acqueo, elio e azoto. Il raffreddamento progressivo della superficie, permise la condensazione del vapore creando così i primi mari primitivi. La fine dell’Adeano corrisponde per convenzione, con l’età più antica delle rocce che sono state ritrovate sulla superficie terrestre.
L'Archeozoico
L’eone Archeozoico ha inizio 4 milioni di anni fa, periodo a cui si attribuisce la formazione rocciosa più antica scoperta nella zona dell’entroterra dell’America Settentrionale e precisamente in Canada. Si parla di un tipo di roccia metamorfica, uno gneiss, che risale a ben 3.962 milioni di anni fa.
In Groenlandia sono poi stati ritrovati altri esemplari di rocce risalenti allo stesso periodo, la località del ritrovamento è Godtaab. Qui sono state scoperti strati rocciosi di origine vulcanica e sedimentaria datata 3.825 milioni di anni fa- Lo stesso tipo di roccia è stata trovata in Australia occidentale dove pare che vi siano alcuni tipi di minerali risalenti a 4.200 milioni di anni fa.
Dagli studi geologici si deduce quindi che circa 4 miliardi di anni fa era in atto la creazione della crosta terreste continentale che si differenzia da quella basaltica ovvero la parte più interna.
L’Era Archeozoica fu caratterizzata dalla presenza delle prime forme di vita. Risalgono a quest’epoca i primi reperti fossili di microrganismi marini che risalgono a 3,5 miliardi di anni fa. L’importanza dei ritrovamenti che provengono dal Sud Africa e dall’Australia occidentale è doppia. Prima di tutto perché fa comprendere come già allora iniziarono le prime formazioni di materia organica e poi per la comprensione di come l’atmosfera andava sempre più verso l’aumento di ossigeno.
Il Proterozoico
L’ultimo eone del Precambriano si colloca a circa 2 miliardi e mezzo di anni fa. Durante quest’era geologica furono create molte delle formazioni rocciose che compongono il nucleo centrale delle masse continentali, i cratoni. Inoltre fu l’inizio dell’origine delle catene montuose seguendo lo schema tettonico delle placche.
Nel frattempo proseguì la creazione della biosfera. In questo periodo si formarono i primi microrganismi unicellulari Procarioti, ovvero privi di nucleo, mentre a partire da 1,4 miliardi di anni fa vi furono i primi Eucarioti composti da un nucleo centrale. L’attività delle cellule iniziò a produrre ossigeno che rendeva l’atmosfera sempre più vivibile, tale condizione facilità lo sviluppo di organismi in grado di usare l’energia che si veniva a creare grazie alla reattività dell’ossigeno.
Fu a 600 milioni di anni fa che apparirono i Metazoi, le forme di vita organiche pluricellulari di cui sono stati ritrovati alcuni fossili negli strati di roccia analizzati a Ediacara in Australia. Si tratta di animali caratterizzati da un corpo molle che abitavano il fondale sabbioso del mare poco profondo e scomparirono dal pianeta con un’estinzione che avvenne appena prima che iniziasse l’Eone Fanerozoico.
Verso il termine del Precambriano, l’ambiente terrestre cambiò completamente rispetto alla condizione inospitale per la vita che esisteva ai tempi del globo primordiale. Durante questo periodo vi sono presenti grandi aree di terra emersa e una biosfera differenziata. La presenza di ossigeno nell’aria risulta essere più o meno uguale a quella presente ora permettendo la creazione di una barriera di ozono che andrà a proteggere le future forme viventi dall’azione dei raggi ultravioletti dei raggi solari.
Il Fanerozoico e le ere geologiche
L’eone Fanerozoico da inizio all’era della “vita evidente”, il nome di quest’epoca deriva dal greco phaneròs che significa “evidente” e zòon, ovvero “animale”. A partire dall’Era Paleozoica e per i tempi che seguono, vi sono molti fossili depositati nelle rocce. L’inizio del Paleozoico avvenuto 570 milioni di anni fa, viene indicato con l’esplosione Cambriana in cui apparirono sulla terra molte specie animali e vegetali.
L’abbondanza di fossili hanno fornito ai paleontologi una quantità di dati talmente completa da permettere la ricostruzione nei dettagli di ogni cambiamento avvenuto in quel tempo sia per quanto riguarda la disposizione delle terre emerse e dei mari (scienza denominata paleografia), sia lo stato evolutivo delle specie viventi.
La terra emersa e i mari dal Paleozoico al Neozoico
Durante l’eone precedente si formò il primo super continente conosciuto come Rodinia. Nel Paleozoico inferiore l’area di terra emersa aveva un’estensione di enormi dimensioni situata nella zone del Polo Sud. Più a settentrione vi erano masse continentali che si muovevano avvicinandosi e dando origine, in seguito a collisioni avvenute nel Periodo Siluriano, alla catena montuosa caledonica. Di questa formazione montana restano evidenti segni in America Settentrionale con i Monti Appalachi ma anche in Groenlandia, in Scozia e in Norvegia.
Il Paleozoico superiore, avvenuto nel Periodo Permiano, vide la formazione di un unico continente denominato Pangea che era circondato da acque oceaniche note come Pantalassa. La collisione delle terre emerse provocarono l’orogenesi conosciuta come ercinica che ha causato la formazione di enormi catene montuose diffuse in Europa, i Vosgi, la Foresta Nera e la Selva Boema.
Durante l’Era Mesozoica che iniziò 245 milioni di anni fa, la Pangea subì una frantumazione creando le forme primitive di quelli che definiamo ora continenti. Prima di tutto si vennero a creare l’Oceano Atlantico settentrionale e l’Oceano Indiano, in seguitò si aprì l’Oceano Atlantico meridionale. Lungo i confini ad occidente dell’America settentrionale e meridionale iniziarono a formarsi le grandi cordigliere.
Nel frattempo l’Oceano della Tetide, ovvero la striscia di mare equatoriale esteso verso est-ovest a dividere il continente euroasiatico dall’Africa, si depositarono grandi concentrazioni di sedimenti. Nel Cretaceo, 100 milioni di anni fa, la terra africana iniziò il suo movimento vero il continente euroasiatico.
L’era seguente, quindi il Cenozoico, vide aggiungersi lo spostamento dell’India in direzione del bordo orientale dell’Eurasia che generò la creazione della catena montuosa alpino-himalayana. L’Era Cenozoica fu il periodo in cui si innalzarono le Montagne Rocciose in America settentrionale e la Cordigliera delle Ande in America meridionale. Fu così che vennero definiti i confini degli oceani come sono conosciuti oggi.
La biosfera tra Paleozoico e Neozoico
Il processo evolutivo delle specie viventi durante le 5 fasi del Fanerozoico rispetto al Cambriano, vedono la differenziazione delle specie animali e vegetali in ogni categoria ecologica. Tali cambiamenti hanno una grande influenza sull’ambiente terrestre che subisce influenze anche a livello climatico.
Proprio in questo periodo avvengono grandi evoluzioni biologiche ed episodi di estinzione di massa estesa a tutta la Terra. Il Paleozoico termina all’incirca 245 milioni di anni fa e avvenne con l’estinzione dell’85% delle specie esistenti. In quest’epoca comparvero i primi organismi composti da parti scheletriche mineralizzate quali le spugne, i coralli e i brachiopodi. Nacquero inoltre gli invertebrati marini, i trilobiti, i primi animali vertebrati sotto forma di pesci ancestrali e caratterizzati da una corazza protettiva come gli Ostracodermi. Tra i vegetali apparvero le piante ad alto fusto tra cui le Gimnosperme e sopratutto le conifere che si diffusero in grandi foreste durante il Carbonifero.
Il Mesozoico, ovvero l’era successiva, terminò 65 milioni di anni fa con un’estinzione di massa tra le più note in cui scomparirono i grandi Rettili dominatori della pianeta Terra in quel periodo ovvero i dinosauri. Nello stesso lasso di tempo il regno vegetale scomparvero le piante dotate di semi all’interno dei frutti, Angiosperme, mentre negli oceani comparvero le ammoniti e nei cieli apparvero le prime forme di Uccelli come gli Archaeopteryx, infine comparvero i primi mammiferi.
Il Cenozoico, vide la diffusione dei mammiferi che si differenziarono in molti gruppi e generi diversi. Questi dominarono tutto il pianeta riempiendo gli spazi vuoti lasciati dall’estinzione dei dinosauri. Alla fine dell’Era Cenozoica, oltre agli esemplari di fauna e flora che ricordano quelli attuali, compaiono i Primati ovvero l’ordine di appartenenza degli Ominidi.
Tra l’Era Cenozoica e la Neozoica, compare l’Uomo, questo fondamentale evento viene indicato a circa 1,8 milioni di anni fa. Fu proprio a questo periodo che risalgono i resti più antichi dell’Homo abilis della gola di Olduvai in Tanzania. Nel primo periodo dell’Era Neozoica ci fu un altro importante evento che riguardò il clima, vi fu infatti la prima glaciazione che caratterizzò l’era in cui stiamo vivendo ora.