Scheda rapida Diplodoco – Diplodocus
Nome : Diplodocus ( Diplodoco )
Alimentazione : Erbivoro
Classificazione : Saurischia, Sauropoda, Diplodocidae.
Scopritore : O.C.Marsh nel 1878
Dimensioni : sino a 52 metri
Peso : sino a 25 Tonnellate.
Il dinosauro Diplodoco, noto anche come Diplodocus, fece la sua comparsa nel Giurassico ovvero circa 150 milioni di anni fa. Si tratta di un animale primitivo che è spesso rappresentato in immagini, disegni, film, cartoni animati o pupazzi e giocattoli. La sua fisionomia è conosciuta da tutti, adulti e bambini, proprio per la larga diffusione della sua raffigurazione.
A scoprire questo grande animale primitivo fu il paleontologo Othniel C. Marsh, un ritrovamento che risale alla fine del 1878. La nomenclatura di Diplodocus fu proprio il ricercatore che lo scopri per primo con sua grande soddisfazione. Questo termine di origine greca ha un preciso significato, ovvero doppio fascio. Tale nome è legato alla struttura ossea del dinosauro che si presenta sdoppiata all’altezza della coda.
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Che cos’è il dinosauro Diplodoco
Il Diplodocus era un animale preistorico imponente che camminava su quattro zampe e apparteneva alla grande famiglia dei sauropodi. Si tratta di un dinosauro erbivoro e pacifico caratterizzato da un collo molto lungo, la sua vita si è svolta nel Nord America, soprattutto nell’area occidentale.
Il Diplodocus si suddivide a sua volta in quattro specie note con i nomi scientifici di Diplodocus Longus, Diplodocus Carnegii, Diplodocus Hayi e Diplodocus Hallorum. Quat’ultimo viene spesso abbinato alla specie nota come Seismosaurus Hallorum.
Quali sono le caratteristiche del dinosauro Diplodocus
Dai reperti fossili della struttura scheletrica del Diplodoco ritrovati in diversi tempi, si può dedurre che tale dinosauro è il più lungo tra quelli esistiti o almeno ritrovati fino ad oggi.
La lunghezza di questo imponente animale primitivo misurava dai 27 ai 55 metri partendo dalla testa e raggiungendo la fine della coda. Lungo tutto il corpo vi erano più di 100 vertebre, 15 di queste posizionate sul collo con una conformazione che gli attribuiva la caratteristica forma e lunghezza.
Diplodoco Immagini schelettro
Vi erano poi il resto delle vertebre lungo il corpo e la coda che si rivela molto flessibile e robusta tanto da essere utilizzata anche durante i combattimenti per abbattere l’avversario. Non è affatto da escludere, infatti, che il Diplodoco utilizzasse proprio la coda come se fosse una frusta per sferrare violenti attacchi ai nemici ma si pensa anche che potesse essere messa in mostra durante il corteggiamento.
Il peso di questo animale preistorico è notevole, gli arti anteriori si presentano più corti di quelli posteriori, al contrario del brachiosauro. L’andatura del Diplodoco è quella di un quadrupede bilanciato da un collo molto lungo e una coda che fa da contrappeso.
Il collo è allungato in avanti orizzontalmente e parallelo al terreno, la coda resta sollevata dal terreno e durante il movimento del grosso dinosauro si muovono in modo coordinato nella lentezza del pesante animale.
Immagini Diplodoco
La velocità di movimento poteva variare tra gli 8 e i 15 chilometri all’ora. Tuttavia questo non esponeva tutti i Diplodocus aduti al pericolo di essere attaccati dai predatori carnivori di quel periodo, infatti la loro enorme stazza teneva alla larga la maggior parte dei malintenzionati.
Più probabile invece, che gli animali carnivori attaccassero gli esemplari malati, deboli o anziani della specie, oppure si nutrissero delle loro uova.
Una caratteristica particolare del Diplodoco è la differenza di dimensione tra il corpo rispetto al cervello. Infatti la proporzione non regge il confronto, mentre le dimensioni della corporatura erano enormi in confronto ad altri esemplari di erbivori, la materia cerebrale era ridotta.
Tuttavia bisogna dire che vi era un dinosauro che aveva il cervello grande come una noce, quindi ancora meno del Diplodocus, questo animale primitivo era lo Stegosauro.
Che cosa mangiava il dinosauro Diplodocus
Le caratteristiche fisiche del Diplodocus lo portano ad avere una postura rasa al terreno o comunque bassa. Si presume che il sauropode camminasse senza mai sollevare il capo anche se, alcuni ricercatori ri tengono che talvolta si potesse alzare su due zampe. Non vi sono certezze di tale teoria ma si suppone che il dinosauro riuscisse a sollevarsi per poter raggiungere le foglie degli alberi più alti di cui si nutriva.
Si trattava di un dinosauro erbivoro e il suo collo molto lungo questo, unito ad ulteriori ipotesi, avvalora l’idea che il Diplodoco si nutriva con facilità di arbusti, cespugli, vegetali basse, germogli e foglie di conifere e le felci oltre al muschio.
Questo dinosauro non presenta denti nell’area posteriore delle mascelle ma vi sono invece dei denti di piccola dimensione nella parte interiore. La dentatura conferma la natura erbivora del dinosauro Diplodocus.
Diplodochi
Similitudini tra Diplodoco e Brontosauro
Tra le due specie di animali preistorici vi sono alcuni legami di parentela, Diplodocus e Brontosauro, meglio noto con il nome scientifico di Apatosaururs.
Le due specie appartengono alla stessa famiglia di sauropodi diplodocidi e abitavano tutti e due in America del Nord nello stesso periodo, ovvero nel Giurasssico. Inoltre vi sono anche somiglianze fisiche come la lunghezza del collo e il fatto di rappresentare gli animali con il corpo più lungo esistiti sulla terra.
Il Diplodocus in realtà era più ridotto nelle dimensioni rispetto al Brontosauro, il suo peso raggiungeva al massimo le 25 tonnellate mentre il suo parente più prossimo arrivava a toccare e talvolta superare le 50 tonnellate di peso. Stazze imponenti entrambe ma una arrivava al doppio dell’altra in maniera evidente nonostante le similitudini fisiche.
Un’eccezione riguarda il Seismosaurus che arriva a toccare le 100 tonnellate di peso ma bisogna specificare che non tutti i paleontologi considerano questa specie parte dei Diplodocus.
Come e dove siano ritrovati i fossili di Diplodocus
I primi reperti fossili di Diplodoco vennero ritrovati a Canon City dai ricercatori Earl Douglass e Samuel W. Williston verso la fine del 1800. Dopo tale scoperta ve ne furono molte altre specialmente all’interno della regione del Rocky Mountain, in Colorado nel Montana, Utah e nel Wyoming questo si rende il Diplodoco un sauropode di cui ci sono stati diversi ritrovamenti rendendolo noto a tutti.
La sua fama è dovuta anche alle opere del magnate dell’acciaio, Andrew Carnegie, ed è proprio da lui che viene il nome di una specie tra le quattro che venne esposta nel suo museo con uno scheletro quasi completo. Inoltre l’imprenditore fece dono a diversi musei diffusi in diverse parti del mondo di copie di scheletri di Diplodocus a grandezza naturale.
Tra i musei in cui si può ammirare un tale reperto in copia vi sono il Museo di Storia Naturale di Londra e il Museo de la Plata in Argentina, lo scheletro del dinosauro originale invece è esposto presso il Carnegie Museum of Natural History di Pittsburgh.
Dove viene esposto il Diplodocus in Italia
Una copia di dinosauro Diplodoco riprodotto in formato naturale si può vedere all’interno dei saloni del Museo di Geologia Giovanni Capellini che si trova a Bologna, si tratta del primo museo specializzato in geologia e paleontologia, il più grande in Italia.
Uno scheletro di Diplodocus fu dato in donazione nei primi anni del 1900 da Carnegie che in quel periodo era il re d’Italia, ovvero Vittorio Emanuele III. Fu proprio lui a scegliere di lo scheletro dell’animale preistorico all’interno del museo di Bologna.
Recarsi in uno dei luoghi in cui viene conservato una copia oppure lo scheletro originale dell’esemplare di dinosauro ritrovato, da un’idea perfetta dell’imponenza di questo animale primitivo. Il ritrovamento è stato illuminante per mostrare al mondo l’esistenza di questo animale e delle sue caratteristiche fisiche fondamentali che lo rendono unico nel suo genere.
Un dinosauro divenuto famoso anche per il contrasto che provoca il confronto della sua stazza enorme con la sua natura erbivora. Un animale antico e pacifico che viveva nelle praterie del Nord America mangiando erba e foglie evitando qualsiasi conflitto con altri animali se non per pura difesa.
Infatti è evidente che la corporatura del Diplodocus gli consentiva di affrontare gli eventuali predatori o nemici aggressivi, affrontandoli a suon di frustate sferrati con la lunga e forte coda. Un corpo imponente che scoraggiava chiunque di attaccarli in ogni modo a meno che vi fosse una lotta per il territorio e la conquista delle femmine oltre agli attacchi dei predatori che colpivano gli esemplari più deboli. Un gigante buono che non si faceva mettere i piedi in testa.