Argentinosaurus Dinosauro erbivoro del Cretaceo

La specie Argentinosaurus comprende i Titanosaurid sauropod sauropos saurischian, ovvero i dinosauri che vivevano sul pianeta terra durante il cretaceo quindi 96 milioni di anni fa.

Si tratta di un animale preistorico molto più grande rispetto ad altre specie infatti viene considerato l’esemplare più grande tra quelli mai esistiti al mondo.

Le dimensioni enormi hanno fatto sì che si potesse difendere dai predatori esistenti all’epoca, dettaglio non da poco visto che essendo erbivoro era una delle prede preferite delle specie carnivore.

Il collo dell’argentinosaurus era allungato per permettergli di arrivare a mangiare ogni genere di pianta e foglie. Ma scopriamo di più di questo affascinante dinosauro della preistoria.

La storia della scoperta dell’argentinosauro

Questo dinosauro fa parte dei sauropodi giganti in quanto la sua dimensione è davvero impressionante, Uno tra i più grandi animali preistorici conosciuti ammirato dagli appassionati e studiato con grande interesse dagli scienziati di tutto il mondo.

Nonostante questo i resti fossilizzati ritrovati dell’argentinosauro non sono molti e questo rende più difficile stabilirne le dimensioni esatte come altri dettagli fisici.

Tuttavia gli esperti sono riusciti a ricostruire l’anatomia del dinosauro permettendoci di conoscere molte cose di questo gigante della preistoria nonostante gli scarsi ritrovamenti.

Le opinioni su alcune caratteristiche fisiche, però, divergono tra i diversi scienziati, qualcuno afferma che la sua lunghezza raggiungesse i 40 metri mentre altri sono convinti che non fosse più lungo di 25 metri, per questo motivo si è stabilita una lunghezza media di 33 metri. Per quanto riguarda il peso, invece, le ricerche hanno portato a capire che questo enorme dinosauro pesava più di 70 tonnellate.

Si tratta di misure monumentali evidentemente che confermano le dimensioni enormi dell’argentinosaurus e lo posizionano tra i più grandi animali della preistoria mai esistiti sul pianeta Terra.

Nonostante questo non si può fare una dichiarazione ufficiale in quanto i reperti ritrovati sono insufficienti ma bastano per far comprendere che siamo davanti a un dinosauro notevole. I dibattiti e i confronti sull’argentinosauro sono tanti e continui, nel frattempo le ricerche continuano da parte dei paleontologi che sperano di scoprire nuove prove.

I resti più importanti per la valutazione del dinosauro gigante, sono stati trovati da Guillermo Heredia che passeggiando in un campo inciampo, per puro caso, su oggetti che gli sembrarono subito strani e di dimensioni enormi. Incuriosito li estrasse dal terreno e li osservo fino a rendersi conto che si tratta di ossa.

L’uomo si trovava nella Patagonia Argentina e più precisamente al Plaza Huincul, luogo in cui ritrovò i resti fossili che furono in seguito riconosciuti tali dalle autorità competenti.

I professionisti hanno poi estratto tutti i resti fossilizzati appartenenti all’argentinosaurus in breve tempo ma con cautela vista la delicatezza dei reperti risalenti a milioni di anni fa.

Tutti gli elementi estratti sono attualmente conservati nel Museo de Funes, inoltre sono stati scoperti altri fossili appartenenti al dinosauro che si trovano al Museo di La Plata.

Ritrovamenti incredibili che hanno dato il via a ricerche e studi che hanno portato alla conclusione dell’esistenza della specie riuscendo a risalire all’era della sua comparsa sul pianeta.

La morfologia dell’animale preistorico, la tassonomia e la classificazione del dinosauro sono stati possibili proprio grazie ai fossili scoperti nelle varie zone.

Naturalmente ogni considerazione si deve fare pensando all’ambiente presente nel momento in cui si sono sviluppati tali animali preistorici che ovviamente non era affatto uguale a quello che c’è attualmente in Patagonia.

Il cretaceo fu un periodo caratterizzato da una temperatura molto calda vegetazione estremamente sviluppata, oggi nello stesso luogo si trova il deserto.

Quindi si capisce come non sarebbe stato possibile lo sviluppo di tale specie nella situazione attuale, l’argentinosaurus non avrebbe potuto sopravvivere né svilupparsi in quanto erbivoro e quindi necessitava di erba e fogliame per nutrirsi. Ma quali sono le caratteristiche del dinosauro gigante? Conosciamolo meglio in ogni suo aspetto.

Caratteristiche dell’Argentinosaurus

Si tratta di uno dei dinosauri più grandi esistiti al mondo, per questo i resti fossili scoperti nei vari luoghi hanno sorpreso gli scienziati che in un primo momento non credevano ai loro occhi. Ben 40 metri di lunghezza e un massimo di 90 kg per gli esemplari più grossi, mentre la sua altezza viene stimata oltre i 16 metri se si considera tutto il collo.

Le dimensioni dell’animale lo hanno sicuramente aiutato a difendersi dai grandi predatori come i Gigantosauri che attaccavano le specie erbivore per nutrirsi. Anche il Mapusaurus era un predatore temibile con il quale l’Argentinosauro si sarà dovuto scontrare per difendersi.

Nonostante la corporatura imponente, però, quello che sorprendeva di più erano le dimensioni della scatola cranica nettamente inferiori rispetto al resto del corpo.

La testa del dinosauro era dotata di una bocca allungata in cui vi erano corone dentali caratterizzate da una a formo tubolare, una conformazione perfetta per masticare le foglie che l’animale preistorico prendeva direttamente dalla cima degli alberi grazie al lungo collo.

Quest’ultimo era dotato di una struttura ossea e muscolare che gli conferiva solidità e forza, in realtà tutta la corporatura dell’Argentinosauro era possente e dava l’idea di solidità e resistenza.

Il dinosauro aveva quattro arti su cui si poggiava e che utilizzava sia per stare in piedi che per camminare come i quadrupedi che conosciamo oggi ma con una differenza di lunghezza tra quelli anteriori, più alti, e quelli inferiori che erano più corti.

In questo modo il corpo era perfettamente il linea con il grosso collo che risultava inclinato rispetto al terreno per innalzarsi verso l’alto e quindi verso il cibo.

L’animale preistorico aveva anche una lunga coda molto utile per bilanciarsi altrimenti il peso del collo, che portava allungano in avanti, lo avrebbe fatto cadere.

La coda iniziava con un diametro molto grande e si stringeva fino a terminare con una punta sottile. Si trattava di un sistema di equilibrio ma anche di difesa in quanto è proprio con questa parte del corpo, oltre che con il collo, che il dinosauro sferrava colpi violenti e talvolta mortali ai nemici che osavano attaccarlo.

Le vertebre dell’Argentinosaurus non sono conosciute molto bene in quanto i ritrovamenti fossili non sono sufficienti a descriverle nel dettaglio. Da quello che è stato scoperto si può però dire che l’altezza della più grande è di 1 metro e 60 cm e ha uno spessore di 1 metro e 30 cm, notevole per essere una vertebra e dà l’idea della forza e dell’imponenza dell’animale preistorico.

Se si guardano attentamente le vertebre del dinosauro si possono notare alcune protuberanze che i paleontologi hanno definito creste mentre altri utilizzano la descrizione più tecnica di processo trasversale.

Tali creste sono situate nella spina dorsale dell’Argentinosauro, si tratta di elementi ossei fondamentali per il sostentamento delle costole dell’animale.

Tra i ritrovamenti ci sono anche l’osso sacro spezzato ma che ha aiutato a stabilire un’altra parte della sua struttura oltre alle costole anch’esse quasi totalmente distrutte.

L’elemento osseo del perone scoperto tra i resti fossili dell’Argentinosaurus ha permesso di scoprire che questo aveva una lunghezza di 1 metro e 50 cm e inizialmente fu scambiato per la tibia.

Le ricerche effettuate in un secondo momento hanno svelato la sua vera natura consentendo di dargli il suo vero nome e la corretta posizione nel corpo del dinosauro.

Uno degli aspetti sorprendenti è che questo animale enorme aveva una figura snella, nonostante la dimensione gigantesca. Inoltre la testa finiva per appiattirsi quasi come fosse il becco di un’anatra anche se corto e ossuto, particolare insolito per animali di tale stazza.

Un’altra parte ritrovata è un femore anche se incompleto e in cattivo stato di conservazione, si tratta di un reperto scoperto molto lontano da dove è stata fatta la prima scoperta di resti fossili del dinosauro, ma comunque attribuito a esso dopo lunghe ricerche e studi.

Si tratta di un elemento di 1 metro e 18 cm ma non è completo quindi è difficile comprendere quanto sia stato lungo in origine anche se si suppone che potesse arrivare a superare i 2 metri.

Josè Bonaparte affermò, invece che la dimensione totale del femore dovesse essere di bel 2,50 metri. Altri ricercatori hanno fornito misure simili allo scienziato anche se tutt’oggi restano solamente ipotesi in attesa di ulteriori scoperte che rappresentino una prova a conferma di quanto detto.

Cosa mangiava l’Argentinosauro

Dalle ricerche effettuate è stato rivelato che il dinosauro si nutriva di vegetazione varia essendo un animale erbivoro. Tra la sua alimentazione preferita vi erano le palme, le stesse che esistono ancora oggi.

Un altro vegetale presente in quell’era e di cui si nutriva l’Argentinosaurus erano le conifere che erano abbondanti soprattutto una conifera nota come Araucaria.

Non si esclude che si esclude si potesse nutrire anche di piante basse come possono essere le felci e di cespugli in quanto era in grado di piegare il collo fino a terra per poter raggiungere i vegetali sul terreno.